Cirque de Zale

Ho avuto modo di affrontare il mondo delle avventure grafiche amatoriali come recensore e vorrei proseguire il discorso con una retrospettiva che secondo me vale la pena recuperare, perché passata forse un po’ sotto silenzio qui da noi in Italia, per via della mancata localizzazione.

Mi sto riferendo a Cirque de Zale (sul sito di AGS, mentre il sito del gioco è Cirque de Zale), a quanto si sa la prima ed unica avventura di Rebecca Clements,

Cirque de Zale

validissima one(wo)man-band creatrice, sceneggiatrice,  finoaduncertopuntoprogrammatrice di CdZ.

Rebecca pubblica CdZ nel 2004, dopo uno sviluppo dell’ordine di grandezza di soli “alcuni” mesi, fra l’altro partendo da una conoscenza elementare, se non da zero, dell’Adventure Game Studio, allora ancora alla versione 2.60 suppergiù, del motore.

Il risultato è un’avventura certamente dall’aspetto retrò già dieci anni fa o poco meno, ma tutto sommato elegante, abbastanza curata nei dettagli e soprattutto dotata di una verve comica “cattiva” piuttosto determinata.

Alexander Zale, il protagonista, è un “ragazzo della cacca”, una sorta di spazzino che ci ricorda in parte il Roger Wilco spaziale,  che lavora nel circo del Grande Astoundo, prestigiatore nonché proprietario del circo; egli sogna di diventare egli stesso un giorno direttore di circo. Ma la sua ambizione, e soprattutto il suo cinismo, lo mettono in condizione di pagare caro una sua insubordinazione ai superiori: finisce per ritrovarsi proiettato in un’altra dimensione in un mondo atemporale, nel quale riuscirà a trovare … la sua dimensione.

Alexander è un personaggio ben ideato, completamente al di fuori da ogni schema mentale, forse vagamente assimilabile a Simon the sorcerer: con lui condivide la faccia tosta, l’opposizione ad ogni tipo di stereotipo, e la battuta politicamente scorretta.

Alexander fa il provolone in inglese…

L’interfaccia è la solita spudorata SCUMM vecchia di venticinque anni (eh, sì, passa il tempo…), la grafica non va oltre la 640×400, altrimenti vi esplodono i pixel in faccia, tutto quanto richiederebbe una rinfrescata su una versione nuova di AGS, non c’è parlato, la durata sarà al massimo di 4-5 ore, gli enigmi sono tutti di tipo “ti do un oggetto per averne un altro in cambio”,  o di dialogo, non ci sono puzzle  o combinazioni di oggetti in inventario, ma per la miseria, c’è una bella sceneggiatura sotto e soprattutto una comicità non banale. Alexander non avrà alcun rispetto di , sovrani, prostitute, papponi, maghi, personaggi delle favole, non vedenti, streghe, animali, nani e ballerine, pur di costituire e mettere insieme la sua compagnia di acrobati ed artisti.

Perché mi metto a parlare di un banalissimo “giochino” di dieci anni fa, scaricabile in meno di un minuto a costo zero, ancora a malapena giocabile in Win7 con qualche accorgimento, che non ha nessun aspetto estetico che possa attirare il giocatore del 2012? Perché, riprendendo il discorso di qualche settimana fa, Cirque de Zale è il classico esempio di come si possa progettare in poco tempo con mezzi limitati una avventura grafica amatoriale di un certo interesse se si ha la pazienza di stendere una sceneggiatura che stia in piedi e che faccia leva su alcuni punti nevralgici per catturare l’attenzione del giocatore: la originalità (anche se non si inventa mai completamente niente di nuovo) e un copione “non scontato”. Solo per questi due aspetti, Cirque de Zale meriterebbe di non finire mai nel dimenticatoio provocato dall’inesorabile progresso dell’hardware e dei sistemi operativi.

Con questo spirito, dunque, mi ero mosso per chiedere a Rebecca Clements, devo ammettere con una certa sfacciataggine, se fosse disposta ad acconsentire che il codice sorgente venisse adattato e ricompilato in una versione più recente di AGS; purtroppo dopo qualche tempo, Rebecca mi ha risposto che sfortunatamente, “tutto il codice sorgenti di CdZ è andato perso a seguito della rottura completa dell’HD un paio di anni fa”.

Eliminata perciò ogni possibilità che Alexander Zale possa mai tornare ricompilato con risoluzioni e compatibilità aggiornate, resta comunque il fatto che vale la pena riproporlo tradotto in italiano. Ecco dunque un paio di esempi di come apparirà :

…e in italiano.

 

… e anche il pataccaro. Peccato per l’interfaccia non completamente traducibile.

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