Alice, iPad ed Avventure (e i Numeri Primi?)

E’ impossibile, troppo interessante per non citarlo, non attirare l’attenzione sull’articolo di Marcus du Sautoy [vi invito caldamente a navigare il suo sito in flash, credo che sia una ulteriore conferma del fatto che genio e pazzia siano due punti che si allontano su una circonferenza finendo per coincidere] pubblicato sull’inserto culturale del Sole 24 Ore di ieri. [Consiglio a tutti di acquistare la domenica il Sole24ore, magari buttando via la parte “economica” come faccio io; è un supplemento culturale veramente vario e ricco di contributi multiculturali, come questo che voglio segnalare.]

Conosco Marcus du Satoy più per il suo lavoro sulla funzione zeta, i numeri primi e l’ipotesi di Riemann, che per altro, avendo letto il libro edito da Rizzoli “L’Enigma dei Numeri Primi“, un simpatico esempio di divulgazione scientifica sulla più importante questione aperta in matematica dopo che il teorema di Fermat è stato (pare) dimostrato.

Du Sautoy, in buona sostanza, dice, osservando come sia stata realizzata la versione dell’ebook di Alice nel Paese delle Meraviglie per iPad, che le nuove tecnologie offorno altre dimensioni per la narrazione: perchè limitarsi a leggere dove Alice va, e non condurla noi stessi avanti per il mondo meraviglioso che ella visita? Osserva l’autore, forse rammaricandosi che i punti realmente interattivi siano solo una ventina: “La storia non è mai uguale alla prima volta perché sono gli utilizzatori a guidare Alice nel Mondo delle meraviglie. Il Bruco fumerà il narghilè in altro modo se inclinate l’iPad, e potete anche lanciare una seconda manciata di pepe. Sorprendentemente, finisce per citare anche Heavy Rain, quale esempio di ramificazione della trama; insomma, a du Sautoy, sfugge la parola e non sovviene il termine “avventura grafica”.

Può essere veramente il futuro del libro? sarebbe una sorta di reinvenzione della medesima cosa, ma partendo esattamente dall’altra parte del tunnel: vent’anni fa si è inventato un genere interattivo che avesse come elemento caratterizzante la narrazione, oggi invece si vuole arricchire la classica narrazione con elementi interattivi che aumentino i gradi di libertà delle potenzialità dello scrivere. E, come i due punti sulla circonferenza citati poc’anzi, il mio sospetto è che arriveranno a collidere.

Il Nintendo DS è già il “passato”? Diventeremo tutti nell’arco di poco tempo iPadari? E qualsiasi romanzo diventerà avventura grafica “di per sé”? Se così fosse, non vedo l’ora di giocare a “Cent’Anni di Solitudine“.

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